Il diritto all’oblio su Internet

Informazioni personali, foto, notizie e altri dati ci rappresentano costantemente su Internet. Tuttavia, cosa succede quando queste informazioni non sono più attuali o diventano dannose? Qui entra in gioco il diritto all’oblio, un concetto legale che permette alle persone di richiedere la rimozione di certe informazioni su di loro dai risultati dei motori di ricerca o dai siti web.

Definizione del diritto all’oblio

Il diritto all’oblio si riferisce alla capacità degli individui di far rimuovere le informazioni personali dai risultati di ricerca online quando queste sono inesatte, inadeguate, irrilevanti o eccessive rispetto agli scopi per cui sono state raccolte o successivamente trattate. Questo diritto è particolarmente importante nell’Unione Europea, grazie alla sua consolidazione nel Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) adottato nel 2016.

Origine e sviluppo

Sebbene il concetto di diritto all’oblio sia più vecchio, è diventato di grande rilevanza nel 2014, quando la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza storica nel caso di Google Spain vs AEPD e Mario Costeja González. La Corte ha stabilito che gli individui hanno il diritto di chiedere ai motori di ricerca di rimuovere i link a pagine web che contengono informazioni personali irrilevanti o obsolete, stabilendo così il “diritto all’oblio” come un diritto esercitabile nell’UE.

Come funziona

Le persone che desiderano esercitare il loro diritto all’oblio possono fare una richiesta formale al gestore di un motore di ricerca, come Google, indicando quali informazioni ritengono debbano essere rimosse e il motivo della loro richiesta. Il motore di ricerca deve poi valutare la richiesta, bilanciando il diritto alla privacy dell’individuo con l’interesse pubblico all’accesso a quell’informazione.

Sfide e critiche

Il diritto all’oblio solleva numerose sfide e questioni:

  • Privacy vs libertà di informazione: mentre alcuni vedono il diritto all’oblio come essenziale per la protezione della privacy, altri lo criticano per potenziali abusi, come la censura o la revisione della storia.
  • Applicazione: determinare quali informazioni sono “irrilevanti” o “obsolete” può essere altamente soggettivo e complicato.
  • Ambito geografico: la gestione di richieste di oblio da parte di utenti al di fuori dell’UE è complessa, soprattutto perché le leggi sulla privacy variano significativamente tra le diverse giurisdizioni.

Implicazioni globali

Nonostante il diritto all’oblio sia una disposizione legale nell’UE, il suo impatto si estende a livello globale. Le multinazionali, in particolare i gestori di motori di ricerca, devono rispettare queste normative, adeguando le loro politiche e i loro sistemi per conformarsi non solo alle leggi dell’UE ma anche alle aspettative di privacy globali.

Conclusione

Il diritto all’oblio rappresenta un significativo sviluppo nella protezione della privacy online, offrendo agli individui una maggiore controllo sulle loro informazioni personali in un’epoca dominata da dati digitali. Tuttavia, rimane un argomento di intensi dibattiti e sfide legali, riflettendo il delicato equilibrio tra protezione della privacy individuale e il diritto alla libera circolazione delle informazioni. Mentre il mondo diventa sempre più digitalizzato, il diritto all’oblio sarà probabilmente oggetto di ulteriori discussioni e revisioni legali.

Studi classici e laurea a pieni voti in Economia alla Luiss “Guido Carli”, si è specializzato in Web Design presso lo IED di Roma e ha conseguito un Master in Comunicazione d’Impresa presso Accademia di Comunicazione di Milano. CEO di Verdana Srl, editore di Sora24 e Ciociaria24 e fondatore di Consumerimo no profit, in più di 20 anni di imprenditoria nel settore del Web, ha aiutato aziende e istituzioni a rendere unica la loro presenza in Rete, tra cui: Anas, Comune di Roma, Accenture, ABI, Unipol Assicurazioni, Enel, Università “La Sapienza” e Protezione Civile.